Considerata da molti solo la sorella minore della World Cup, la Silver Cup, ospitata dai centri veneti di Castelfranco e Montecchio Maggiore, ha invece presentato un conto assai diverso: ben 115 uomini e 52 donne, infatti, si sono contesi il titolo italiano di categoria, che non avrà aperto le porte del mondiale, ma resta pur sempre un traguardo importante nella carriera agonistica di ogni giocatore. Con un format più snello, articolato su 6 partite di qualificazione, anche le medie hanno dato risposte diverse, evidentemente anche in rapporto al pattern selezionato. In linea con le categorie rappresentate (dalla fascia 2 alla fascia 4), solo in due, nel maschile, si sono portati sopra i 200 di media in qualifica: Nicola Galeone del Game City (1.217) e Roberto Tonin dell’A.S. 2000 (1.205). Interessante anche la soglia del taglio, fissata a 190 di media per il 16° posto, e che ha visto un arrivo in volata con quattro giocatori raccolti in 5 birilli: dai 1.144 di Marco Galossini dell’Insurbia ai 1.139 birilli di Walter Bonezzi del Modena Bowling, primo escluso (-2) nonostante un’ultima partita da 222. La finale, anche qui, prevedeva due gironi round robin, come si suol dire oggi. Gironi che hanno visto subito scivolare nelle retrovie i due leader delle qualifiche, a favore, invece, del padrone di casa Silvano De Guarda, che in qualifica si era piazzato nono (1.160) e di Sergio Lattanzi, del Verbena Ancona, di poco sotto all’avversario in qualifica (12° con 1.152). Nello scontro diretto ha prevalso, forse, la maggior esperienza del primo, che ha fatto pesare il fattore campo solo nel secondo parziale (204-180), chiudendo la serie 376-363. A completare il podio ci ha pensato l’emiliano Igor Pinardi, del Galeone, più costante dell’avversario, Alessandro Rossi del Cobra (383-369). Anche nel femminile, col senno di poi, si è assistito ad un percorso analogo, dove le prime delle qualifiche, Sofia Villarreal del Galeone (1.292) e Nicoletta Anedda, del Cagliari 92 (1.274), non sono riuscite a riconfermarsi in pieno nei gironi di finale. Se la giocatrice sarda, nonostante un 249 nella quarta partita, si è ritrovata ben presto lontana dalle prime due posizioni, la bolognese ha gettato letteralmente alle ortiche la possibilità di giocarsi il titolo, chiudendo dietro la Eva Lemstra, delle Perle Nere, di un solo birillo (1.033 – 1.032). Uno score finale su cui, indubbiamente, ha pesato il 136 dell’ultima partita, cui ha fatto, da contraltare, il 208 dell’avversaria. Colpo psicologico durissimo e pagato a caro prezzo nel match per il bronzo, perso 351-393 per mano di Marzia Cerruti, del King di Torino (12° in qualificazione); per la Lemstra, invece, un infusione di energia, utile a condurre in porto, positivamente, il proprio incontro, giocato con la Maria Grazia Caliari del Black Panthers. Avanti dopo il primo parziale (173-147), la giovane bowler ha semplicemente gestito il vantaggio nel secondo (191-202), chiudendo con una vittoria il campionato: 364-349