Sesto Re di Roma, dalle origini incerte e discusse, Servio Tullio è ricordato per molte riforme, benchè anche su questo punto gli storici siano in contrasto fra loro. Dall’allargamento numerico del Senato, alla separazione fra città e campagna, con relative distinzioni di diritti, all’introduzione della fanteria oplitica. Di queste tre “eredità”, a nostro parere, forse, l’ultima assume i contorni di un immaginario portale temporale, fra il 570 a.c. ed i giorni nostri, riproponendo, di fatto, una … riedizione del Re, che ha assunto i connotati di Tommaso Radi, atleta dei Delirium. Insieme ai suoi compagni d’avventura, l’atleta romano, infatti, sta riproponendo, in pista, una delle peculiarità della fanteria oplitica, caratterizzata da una formazione in linea, pesantemente armata e serrata nei ranghi. Elementi che puntualmente emergono, prepotenti, nei tornei che li vedono protagonisti. Ultimo in linea temporale il “500” ospitato a Roma, sponda bowling Ciampino. L’atleta romano, poco vulnerabile sulle piste di casa, ha chiuso la sua batteria di qualificazione con 1.391 birilli, dietro il solo Adriano Visconti, degli Indians di Sorrento, che, con un 299 finale, ha fermato il proprio score poco sopra quota 1.400. Il torneo, che ha visto la partecipazione di ben 155 giocatori, con larga partecipazione laziale e con medie di rilievo, ha presentato una classifica assai compatta, con 10 giocatori, sui 16 finalisti, chiusi in circa 30 birilli e con il fatidico taglio fissato a quota 1.270 (Melania Rossi). Con il leader delle qualifiche praticamente mai in partita, nel primo step di finale, è stato proprio il romano a prendere subito la testa della stessa, ponendosi, con 1.734 birilli, alla guida di un manipolo di 4 giocatori “cittadini” (Aniz, Magini e Miccichè), tutti pronti a far valere il fattore campo. Fattore che, al contrario, è sembrato sorridere all’altro membro dei Delirium in gioco, Antonino Fiorentino che, nelle quattro partite successive, giocate col riporto, con un parziale di 936 birilli, ha provato a tirare un colpo mancino agli avversari. Colpo rimasto, tuttavia, in canna, visto che negli scontri diretti, giocati su partita secca, Tommy ha facilmente lasciato impresso il proprio sigillo regale, battendo prima Matteo Magini (230-171) e, successivamente, proprio il compagno di team Antonino Fiorentino (205-177).