Il 26 Novembre 1955, in diretta dallo Studio 3 della Fiera di Milano, mosse i suoi primi passi il famosissimo programma televisivo a quiz “Lascia o Raddoppia”, condotto (ovviamente) da un giovanissimo Mike Bongiorno. I concorrenti si presentavano in qualità di esperti di una particolare materia ed iniziavano un percorso che, da una base di 2.500 lire, saliva fino alla domanda finale da 5.120.000 lire (da leggere con la stessa enfasi ascoltata nell’omonimo film del celebre Totò). Un percorso articolato che, settimana dopo settimana, si apriva, sempre con la fatidica frase rivolta ai concorrenti: lascia o raddoppia? A 60 anni di distanza, in altra materia, il bowling, ed in altro contesto, il Memorial Remo Fornasari, una “squadra” di esperti ha risposto, all’invito di cui sopra, alla stessa maniera: raddoppiando! Eh già! Perchè il team romano de Le Privè, dopo essersi affermato, ad inizio anno, al tris di San Lazzaro, è riuscito a riconfermarsi in terra bolognese, aggiungendo ai tre “moschettieri” (Caruso, De Filippi, Maddaloni), della formazione originaria, una “damigella” (Rossi) per completare il quartetto. 42 squadre, in data unica, con solo 7 formazioni in rappresentanza del sud del paese (a riprova di una netta frattura di gioco fra nord e sud), alle prese con un format atipico, articolato sulla distanza delle cinque partite a squadra, ed una semifinale, propedeutica agli abbinamenti per il tabellone match play, che, su partita secca, ad eccezione del primo turno, ha riservato sorprese e colpi di scena. Come nel calcio coi rigori, anche nel bowling lo scontro diretto conserva il suo quid d’incertezza, azzerando, o quanto meno riducendo, le differenze tecniche fra le squadre, cui non è concesso alcun errore. I Cobra di Milano, presenti con due squadre in finale, inserite in parti opposte del tabellone, hanno dimostrato, ad esempio, poca propensione alla … digestione del tortellino, venendo eliminate, in entrambi i casi, da due squadre di casa: il team di Mauro Malchiodi è andato fuori al primo turno per mano del Galeone, mentre quello di Pier Fanizza, dopo aver superato una delle due squadre de Le Privè, si è dovuta arrendere all’A.S. 2001 della Luana Viani (849-827), a sua volta sconfitta, dall’altra formazione romana de Le Privè (809-779), nel turno successivo. Il Galeone, che invece pregustava sicuramente la possibilità di giocarsi il titolo in un derby di famiglia, ha dovuto cedere il passo agli Indians di Sorrento (786-705), complice un crollo del suo alfiere, Francesco Vaccaro, che ben si era comportato in qualificazione e semifinale. La compagine sorrentina, che aveva accuratamente preparato la trasferta, ha, poi, sfoderato, in semifinale, una prestazione, manco a dirla, … titanica … proprio contro i … Titani (869-689), andando ad incrociare, successivamente, i birilli col Le Privè, vittorioso precedentemente, grazie anche ad un doppio 245 giocato da Melania Rossi e Pier Paolo De Filippi, contro l’A.S. 2001 (809-779). In finale, esattamente come accadde in quel di San Lazzaro, quando giocò un 259, nel momento decisivo, è toccato nuovamente ad Enrico Caruso tirar fuori il classico coniglio dal cilindro (215), dopo una finale tutto sommato passiva. Sullo score finale del torneo (839-711), infatti, la sua partita ha inciso non poco, grazie anche al prezioso supporto offerto dal compagno Antonio Maddaloni (223).
Ciao Stefano ancora una volta complimenti alla scorrevolezza ed alla precisione nei riferimenti del tuo articolo.
Un caro saluto.