Sun Tzu, generale e filosofo cinese, autore di uno dei più importanti trattati di strategia militare, “l’arte della guerra”, sosteneva che: “se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura; se conosci te stesso, ma non il tuo nemico, le tue probabilità di vittoria e sconfitta sono le medesime; se non conosci il nemico e nemmeno te stesso soccomberai in ogni battaglia”. E’ paradossale come, a distanza di secoli, proprio dal lontano Oriente e proprio da quella Cina, da cui tutto il caos mondiale, di questo ultimo bimestre, sembra, aver preso vita, ci giunga, oggi, una massima in grado di mitigare la sofferenza, la delusione e quel senso di impotenza che si prova a vedere le piste desolatamente vuote, nella settimana in cui, invece, avrebbero dovuto ospitare le squadre partecipanti alla 48° edizione del Città di Napoli. Dal lontano 1973, il torneo cittadino, dedicato da qualche anno alla memoria del suo patron, Angelo Fucarino, ha sempre rappresentato un momento topico della stagione. Uno di quegli appuntamenti cui non si poteva mancare. Uno di quegli appuntamenti che non potevano mancare nel palmares di questo o quel giocatore, piuttosto che di una Associazione Sportiva. Vincere il Città di Napoli, infatti, alla luce della sua storicità e dello spessore dei giocatori che, negli anni, hanno contribuito a dargli lustro, significava entrare a far parte di un microcosmo che, oggi, è difficile ritrovare altrove. Purtroppo, gli eventi “pandemici”, anche se il termine al momento è eccessivo, rispetto al reale stato di cose, che la cronaca quotidianamente ci propone, hanno imposto un arresto forzato dell’attività agonistica, su tutto il territorio nazionale, nel bowling come nel mondo dorato e multimilionario del pallone. Indubbiamente l’amarezza è raddoppiata per chi, da tempo, aveva provveduto a pianificare ed organizzare la trasferta, con relativo danno economico, ma se ci fermiamo, oltre che col gioco, anche a riflettere, ci renderemo conto che, grazie al buon senso, siamo passati, con uno schiocco di dita, dal terzo al secondo passaggio della massima d’apertura. Giocare, gomito a gomito, oggi, avrebbe evidenziato la possibilità di una “nostra sicura sconfitta in battaglia”, evidenziando l’ignoranza, intesa come non conoscenza, sia del nostro silente nemico sia di noi stessi. Ed invece, forse, quasi inconsciamente, abbiamo tutti insieme fatto uno step in avanti (quasi a centrare tutti il famoso cut in classifica), dimostrando di conoscere noi stessi, ma non ancora il nostro nemico, mantenendo aperto ed in equilibrio il destino della nostra partita, che magari, un giorno, scopriremo essere stata la più importante. Adesso, come se in maniera immaginaria ci trovassimo sull’approache, al decimo frame, con la boccia in mano, a fissare frecce e birilli, consapevoli che ci serve uno strike per vincere il torneo, non ci resta che fare l’ultimo step: conoscere il nostro nemico … per batterlo; per uscire vincitori da un torneo, silente per una volta, ma in grado di consegnarci sempre e comunque alla storia. Torneremo … Tutti insieme … in pista a difendere, magari fra qualche mese o il prossimo anno, il nostro titolo, perchè il Città di Napoli siete Voi … i protagonisti meravigliosi del nostro mondo.