C’era una volta il Città di Napoli e non perchè non sia più in programma, anzi, ma perchè, per chi lo ha vissuto per tanti anni, è tangibile il cambiamento di spirito, ovvero la percezione di quell’atmosfera che scandiva la settimana del torneo. Un torneo che, già proiettato verso il suo 50° anno, con un’iniziativa volta a celebrare il suo patron fondatore, Angelo Fucarino, anche per il passato ha vissuto momenti di alti, con il picco massimo di 112 squadre, e di bassi, come nelle ultime stagioni. Ma, come detto, non è una questione meramente numerica, anche se, come ribadito in altro articolo, riteniamo che tornei a squadra debbano essere disputati sempre in data unica o, in “extrema ratio”, posti in alternativa a tornei di singolo. Qui è piuttosto una questione morale … o consentiteci il termine, più ardito, spirituale. Un tempo il Città di Napoli era l’occasione per mettersi in vista, essendo per tradizione il primo grande torneo della nuova stagione. Si giocava a metà del mese di Febbraio e, spesso, questa data sanciva anche subito grandi fratture nei vari club, perchè, quando si trattava di sedersi per definire le formazioni, sembrava quasi di ritrovarsi al centro di una diatriba politica. Tutti volevano essere presenti e tutti volevano approcciare il torneo con una formazione di livello, per poter entrare a far parte della storia del Città di Napoli. Ancora oggi, in una giornata assai triste per il nostro movimento, si ricordano, quasi fossero d’attualità recente, i duelli in pista fra i New Star e l’Oltremare, ma anche il dominio epocale dei Prince e la vittoria, fortemente voluta ed ottenuta quasi da solo, dal “doge veneziano”. Era l’occasione per incontrare amici, che magari non si vedeva da tempo, ma era anche l’occasione per una passerella “politica”, col Presidente a far capolino alla domenica per la finale. Finale che veniva seguita da un folto pubblico, composto sia da chi, la finale, non era riuscito a centrarla, sia da una moltitudine di curiosi che assiepavano le tribune, valore aggiunto di un centro che offriva spettacolo sia dentro sia fuori le piste. La platea locale, poi, viveva l’evento in maniera ancor più veemente. Si partiva coi preparativi pre torneo; si aspettava il cambio dei birilli per scendere in pista e giocare … giocare … convinti di aver capito tutto. Si conoscevano turni, orari, partecipanti, vita, morte e miracoli di tutti. Era la settimana del Città di Napoli! Oggi, invece, complice la nostra vita frenetica, fin troppo social, caratterizzata da una moltitudine di appuntamenti, più o meno ufficiali, ciò che rimane del nostro parco giocatori attivo, deve scegliere cosa fare, dove andare, prestando sempre occhio al … portafoglio. Chi è coinvolto è portato a fare una scelta di campo, come ovvio che sia, anche perchè è facile, proprio attraverso i social, essere comunque li anche se … non si è li. E il Città di Napoli è ancora li, aggiungendo sempre, anno dopo anno, un nuovo mattoncino alla sua lunga storia, ma con uno spirito diverso, perchè è l’atmosfera che è cambiata. Un’atmosfera che, però, non ha intaccato la voglia di entrare a far parte di questa storia, come gli ultimi vincitori, il cui nome calza come un guanto per l’occasione: una perfetta … Sintesi (Associazione Sportiva di Striano in provincia di Napoli), di un torneo che regala ancora emozioni, con una finale palpitante, se non nei numeri, sia per media birilli sia per differenze fra le prime (+159 fra prima e seconda; +100 fra seconda e terza), quanto meno per la grinta trasmessa dai protagonisti che, dopo sette anni, hanno riportato il titolo … in Campania!